venerdì 29 marzo 2013

La Settimana Santa

Siamo nel pieno della Settimana Santa.
Non discuterò qui di temi religiosi o teologici, non ne ho i mezzi. 
I nomi di questi giorni, in tedesco, meritano però un commento.



In italiano, l'aggettivo "Santo", posto a seguito del nome del giorno, lo identifica come quel giorno che viene direttamente prima della Pasqua, così Giovedì Santo, Venerdì Santo, Sabato Santo ecc. Abbiamo poi la Domenica di Pasqua e a seguire il Lunedì dell'Angelo, o Pasquetta.

Quando ho provato a dire "Giovedì Santo" in tedesco, traducendone paro paro le parole, mi han guardato con aria stranita. Il Giovedì Santo è Gründonnerstag, letteralmente "Giovedì verde". Ovviamente la mia curiosità linguistica ne è stata più che stuzzicata. Chiedendo qua e là agli amici tedeschi se il "verde" in questione avesse un qualche significato, e facendo un minimo di ricerca su internet, sono arrivata alla conclusione che l'etimologia e il senso di "verde" non è ripercorribile univocamente. Da un lato c'è chi fa notare che l'espressione deriva dal medio alto tedesco grûne dunrestag grüene donerstac che a loro volta deriverebbero dal latino dies viridium. Siamo punto a capo: perchè verde?
Una prima ipotesi fa riferimento ad un passo del Vangelo di Luca che definisce il penitente assolto come "legno verde", nel senso di legno nuovo, che porta in sé la rinascita dell'assoluzione dai peccati e la possibilità di partecipare nuovamente alla Comunione. Il Giovedì Santo sarebbe quindi il giorno in cui la Chiesa si avvicina penitente alla confessione dei suoi peccati, come un pezzo di legno duro, Dal Sacramento scaturisce una vera e propria rinascita, il legno verde.
Secondo un'altra via interpretativa, il colore verde sarebbe quello delle vesti dei celebranti in tale giorno. Ma il canone dei colori è stato fissato piuttosto tardi, e accanto al verde di alcune regioni, ce ne erano altre in cui la celebrazione avveniva in veste bianca, come oggi è uso - da cui deriva anche la definizione di "Giovedì bianco", Weißdonnerstag.
Ma, tornando al verde, c'è anche la possibilità che il nome Gründonnerstag derivi dall'abitudine di mangiare per lo più pietanze verdi in tale giorno. In particolare, spinaci. C'è da chiedersi se non sia piuttosto il contrario, cioè che la gente mangi cose verdi perchè il giorno si chiama "verde", e non viceversa. (Ad ogni modo, ieri in mensa c'erano davvero un sacco di cose verdi!)
Infine, potrebbe essere un classico caso di etimologia popolare, in cui una parola viene reinterpretata e assimilata ad una parola foneticamente simile. Il verbo greinen, storcere la bocca per il pianto, in medio alto tedesco era molto simile alla parola per "verde". Il giorno del Greinen (grînen), del penitente che ha un viso di pianto, viene quindi reinterpretato come il giorno verde (grûne).

Altra faccenda è il Venerdì Santo, che in tedesco si chiama Karfreitag. La Settimana Santa stessa viene definita con questo stesso prefisso kar-, Karwoche.
Kar- deriverebbe dall'antico alto tedesco kara, che significa pianto, pena, lamentazione, e perciò descrive l'atteggiamento del penitente, da un lato, ma anche di chi piange per un lutto, dall'altro. Il Venerdì Santo è infatti il giorno in cui si ricorda la morte di Gesù in croce. La lamentazione non si limita al venerdì ma prosegue anche di sabato, che infatti viene chiamato Karsamstag. 

Accanto all'espressione Karwoche per la Settimana Santa si trovano anche Osterwoche, "Settimana di Pasqua", e Heilige Woche, "Settimana Santa".

giovedì 14 marzo 2013

Elogio del tè, un buon amico



«Meine gnädigste Frau, Sie werden mir zugeben, dass, so wie das Bier der Feind, so der Tee der Freund der denkenden Menschen ist; und es dürfte daher die Art, wie dieser Freund in einem Haus be- respektive misshandelt, wie er serviert und genossen wird, zu allerlei nicht gar zu fehltreffenden Schlussfolgerungen in der angedeuteten Beziehung berechtigen.»

aus: Am Kamin - von Theodor Storm



«Mia gentile signora, ammetterete che, come la birra è nemica, così è il te amico della persona che riflette; e perciò il modo in cui questo amico viene rispettivamente trattato o maltrattato in una casa, e come viene servito ed apprezzato, dovrebbe permettere ogni genere di conclusioni, niente affatto sbagliate, riguardanti la relazione qui accennata.»

(pressapochista traduzione mia)