mercoledì 18 dicembre 2013

Plätzchen - i biscotti natalizi tedeschi

Alle soglie del Natale, e con alle spalle quasi un mese di incontri quotidiani con mercatini natalizi e decorazioni, credo sia giunto il momento di parlarne. Non per criticare la lunga gestazione, l'Avvento dilatato per scopi commerciali, tanto dilatato da diluirsi e sciogliersi, quasi non visto, come neve di ieri. Non per criticare dunque, ma per lodarne alcuni tipici rappresentanti, delizie conviviali, gioie domestiche per chi li prepara, fieri rappresentanti di tradizione e teutonicità.
Plätzchen!


Il concetto di Plätzchen è sfuggente e dai confini incerti. Ricordo che l'anno scorso uscì un articolone su Die Zeit (uno dei giornali più importanti in Germania) proprio riguardo alla filosofia dei Plätzchen, e già il punto di partenza, la definizione, risultava problematica. E come tale, veniva problematizzata in termini filosofici. Umorismo tedesco.
La parola vorrebbe dire "piccolo posto", "posticino" (kleine Platz). Sembrerebbe un riferimento al fatto che questi biscottini presentano dimensioni contenute, sono tendenzialmente piatti, e vengono serviti su dei vassoi (non è vero, anche nelle scatole di latta!), occupando dunque ciascuno un posticino sul vassoio, quasi come tesserine di un mosaico.
Che però il criterio della forma e dimensione possa essere assunto a definire l'intera categoria dei Plätzchen non soddisfaceva gli autori dell'articolo, che trovavano eccezioni nell'uno o nell'altro tipo di Plätzchen. E per ogni criterio che veniva proposto, c'era sempre un qualche biscottino che, pur essendo evidentemente uno dei Plätzchen, non potesse più essere considerato tale. Di qui la difficoltà di definire la categoria. Tanto che gli autori giungevano a proporre la variabilità come caratteristica basilare della stessa.
Ed è proprio la varietà di biscotti a stupire chi passa per le vetrine delle pasticcerie, o tra i banchetti del mercatino di Natale. Forme, dimensioni, con glassa o senza, impasti anche molto diversi.
Mi limito allora a puntare gli occhi su due varietà a me molto gradite.



Le Zimtsterne, letteralmente: stelle di cannella. In realtà dovete immaginarvi qualcosa di più che solo cannella. L'impasto è una deliziosa bomba a base di frutta secca, speziata, ricoperta di una glassa allo zucchero. Non c'è che dire, deliziose.


Vanillekipferl, ovvero: cornetti alla vaniglia. L'impasto sembra una normale frolla bianca, in realtà si usano anche mandorle e nocciole tritate. E un sacco di vaniglia. Zucchero esterno per chiudere in bellezza. Per molti, i Vanillekipferl sono il prototipo del Plätzchen, e non c'è Natale senza di loro.

Ci sarebbero molte altre varietà, che non ho fotografato. Frolle tondeggianti, con un occhio di marmellata; frolle bicolori vaniglia e cioccolato. Mini-Waffeln alla cannella. Pfeffernüsse (noci pepate), una sorta di panpepato o pandizenzero a forma di pallina schiacciata, tendenzialmente duro. E in quanto a pandizenzero, quel misto di spezie (garofano, anice, cannella, cardamomo) si trova anche in Lebkuchen (pan pepato, appunto) e Spekulatius, i primi più simili al concetto di pane, con delle mandorle a mo' di decorazione e forme che variano dal rettangolo al cuore, dimensioni che possono anche dilatarsi ben oltre il "posticino" di cui sopra. I secondi invece, Spekulatius, sono biscotti piatti con delle forme a bassorilievo, ottenuti con degli stampini particolari in legno: rappresentano di solito mulini a vento e persone, una su tutte, Santa Klaus.


La dimensione di germanicità dei Plätzchen sta nel fatto che sono estremamente radicati nella cultura del posto. Alcune tipologie hanno nomi diversi a seconda della regione in cui ci si trova. Alcuni tipi sono diffusi in tutto il Nord-Europa (si pensi al pan pepato), ma con leggere variazioni. Tanto che la mia coinquilina può star lì a spiegarmi davvero a lungo che il Lebkuchen norvegese è ben diverso da quello tedesco, e può anche farmi assaggiare quello che ha appena fatto al forno seguendo la ricetta norvegese, ma io imperterrita continuo a sentire solo una deliziosa mistura di spezie e tutte le altre differenze svaniscono sotto il mio palato. CI tengono, insomma.
Ci tengono anche a prepararli loro. Non c'è famiglia tedesca che non ne prepari almeno un tipo durante l'Avvento. Almeno uno, cioè almeno i Vanillekipferl. E in alcune famiglie ci si mette lì a usare gli stampini sulla frolla, tutti insieme, e già quello è un momento di festa. Tanto coinvolgente da essere adatto anche ai bambini, a cui di solito si lasciano stampare le frolle più semplici, che verranno magari decorate con zuccherini colorati. E talvolta vengono appesi all'albero di Natale. Così, giusto per aggiungere una stellina o una renna di frolla.


lunedì 9 dicembre 2013

Creme Caramel

Ora, dovete sapere che il creme caramel mi piace un sacco. Ma davvero tanto. E dovete anche sapere che mi son sempre chiesta come mai le confezioni Cameo mostravano un budino con il caramello in cima, mentre a me era data solo la possibilità di mangiarlo con il caramello sul fondo (cioè, in casa mia, il creme caramel non veniva mai scaravoltato).
Dovete anche sapere che in Germania pare non esserci il creme caramel. "Come?", faccio io, tutta indignata, durante una conversazione culinaria con le mie coinquiline tempo fa. La conversazione si conclude con un tentativo di far capire loro che dolce buonissimo sia il creme caramel e che surplus di sapore (e non solo di dolcezza) il caramello conferisca al budino.

Passano i giorni e arriva il mio compleanno. Ditemi voi quale miglior sorpresa di questa:
- buona musica (su cd, ma anche dal vivo!)
- formine per budino di quelle che si aprono da entrambi i lati, così si può scaravoltare il budino più facilmente, e
- il creme caramel!


sabato 30 novembre 2013

Wohnzimmerkonzert

Li chiamano così, Wohnzimmerkonzerte, concerti da salotto. Non che sia una novità, pensate alla musica da camera che ha avuto un enorme boom nell'800 del Romanticismo tedesco e austriaco. Fare musica nel salotto di casa è diventato in quel periodo abitudine comune del borghese medio germanico. E l'ambiente del salotto è anche quello che i bar tedeschi tentano sempre di ricreare. L'atmosfera "gemütlich", parola che dicono intraducibile, il sentirsi in un ambiente accogliente come un salotto, e al contempo essere in una Kneipe (l'equivalente tedesco del pub, culturalmente connotato). In Italia mi sembri manchi questa dimensione salottiera. 
La Germania odierna continua ad amare i luoghi che ricordano il salotto, portare la dimensione accogliente del "privato" in un posto "pubblico", in cui trovarsi, ma anche in cui fare/vedere/ascoltare prodotti artistici. Ecco allora una gran sfilza di concerti a dimensione salotto.
Questa sera ho ascoltato i Wooden Peak alla Action House. Un posto talmente piccolo che ci siam trovati a sederci per terra, proprio davanti alla batteria. 



La musica dei Wooden Peak, duo di Leipzig (pensa un po'!) è una sorta di miscela acustico-elettronica, un pop cantautorale che porta in sè le atmosfere vagamente malinconiche del nord Europa. Armonie mai scontate alla chitarra, suoni campionati e mixati, sezione ritmica molto creativa. Proprio un bel concerto. L'unica piccola pecca è nella voce del cantante, secondo me ancora poco matura e poco curata. Anche la varietà tra le canzoni alle volte mancava. Ma se l'atmosfera piace, non ci si annoia. Rispetto alle canzoni su soundcloud, la versione dal vivo era molto interessante nel settore percussioni.

lunedì 18 novembre 2013

Sulle tracce del liberty

Pur non essendo una storica dell'arte, né un'appassionata di architettura, alcuni edifici heidelberghensi non possono non essere notati. Non parlo dei monumenti classici, quelli da giro turistico della città. Anche solo una passeggiata in un quartiere residenziale come Neunheim svela una quantità incredibile di particolari architettonico-stilistici interessanti. 

In particolare, sono molti gli edifici costruiti nei primi anni del '900. Case e palazzi degli strati (molto) alti della borghesia. Facciate che talvolta mescolano in modo eclettico elementi liberty con figure grottesche e timpani dalle reminescenze greco-classico. A volta è un pastiche, riconoscibile come tale anche da una non iniziata come me. Altre volte invece è liberty puro e semplice. 
D'altro canto, quelli sono gli anni delle Reformbewegungen, movimenti di riforma. Correnti di pensiero che nacquero intorno a inizio secolo, accomunate dall'intenzione di riformare qualcosa che non andava, qualcosa che era andato in direzione contraria all'uomo. Ecco allora che essere vegetariani e vegani diventa sempre più diffuso, il nudismo ha anch'esso le sue radici in questo clima di pensiero. In campo educativo, filosofi e pedagoghi avanzano idee nuove. Per quanto concerne le arti, sono soprattutto architettura e design a portare i segni di questa nuova estetica. A Darmstadt, città a pochi km da Heidelberg, un intero quartiere viene progettato secondo il nuovo stile.
Ma torniamo al liberty a Neunheim. Eccone alcune tracce, più o meno mescolate ad altre estetiche:







mercoledì 13 novembre 2013

Marstall Mensa

Uno dei vanto dell'università di Heidelberg è la mensa della Marstall. 
In origine, un edificio militare, una sorta di quartier generale dei soldati, situato in riva al fiume. L'edificio era un quadrilatero con cortile interno, dei torrioni a pianta circolare agli angoli. 
Ma, come già accennato qualche post addietro, il principe elettore decise ad un certo punto (dopo la disfatta contro i francesi) di trasferire la sua residenza da Heidelberg a Mannheim, e insieme a lui se ne andarono anche le numerose truppe stanziate qui. Non avendo più scopo difensivo, l'edificio della Marstall venne adibito ad altri usi, fino a diventare la mensa universitaria per eccellenza. Esistono foto in bianco e nero che ne testimoniano l'operosità (e l'affollamento, che a quanto pare è rimasto tale fino ai giorni nostri).
Con la costruzione di sempre più edifici universitari, anche in zone lontane dal centro storico, si è reso necessario un ampliamento delle mense, così che oggi l'università conta tre mense, più una serie di bar universitari. La Marstall è la più piccola di queste strutture, ma rimane una delle predilette dagli studenti. Il cibo è migliore, si dice in giro. In effetti, la qualità del cibo non delude quasi mai, e l'offerta è varia (3 pietanze di carne e 1 di pesce, 4 pietanze di "carboidrati", cioè pasta riso patate ecc, 3 pietanze del tutto vegetariane, una zuppa, una vasta scelta di insalate, dolci al cucchiaio - il tutto basato su un sistema a buffet, si paga a peso). Rimane aperta non-stop dalle 11 del mattino fino alle 10 di sera, offrendosi come luogo di ritrovo per studenti affamati ai più diversi orari. In più, il luogo è accogliente, più delle nuove mense in cemento armato, e gode da un lato della vista sul fiume, dall'altro di un cortile interno che, soprattutto in estate, diventa un'ottima occasione per mangiare all'aperto. (A dire il vero, anche in questi giorni a 5 gradi, non appena esce un briciolo di sole i tedeschi prendono posto all'aperto!).
Ieri, approfittando della macchina fotografica rimasta infilata nello zaino, ho fatto qualche foto dell'interno.


lunedì 11 novembre 2013

Una cena tedesca


Talvolta una di noi quattro coinquiline propone di trovarsi per cena. Pur vivendo sotto lo stesso tetto, incontrarsi in cucina è spesso più un fatto casuale che una situazione quotidiana. Quindi ci si dà appuntamento almeno una volta ogni tanto, si cucina insieme, si guardano le foto dell'ultimo viaggio dell'una o dell'altra (una di noi quattro in particolare fa spesso viaggi, anche in paesi lontani), si chiacchiera.
Dopo diverse cene a tematica culinaria italiana ci siamo messe alla ricerca di una ricetta più prettamente tedesca ed ecco qua: Semmelknödel con salsa ai funghi, insalata d'accompagnamento e un vino bianco Riesling della valle del Reno.
Semmelknödel, vale a dire "gnoccone" di pane (Semmel), è un piatto della cucina povera, nato dal bisogno di riciclare il pane vecchio. Dagli avanzi di pane raffermo infatti, con l'aggiunta di latte, uova, aromi (soprattutto tanto prezzemolo) e cipolle, si formano dei grossi gnocchi da far bollire in acqua salata. Essendo fatti di pane, si prestano bene come accompagnamento di piatti a base di carne. Ma spesso si trovano anche accompagnati dalla salsa di champignons e panna, nella più classica e semplice delle versioni.

domenica 27 ottobre 2013

Colori autunnali nella città rossa

Attenzione: questo post contiene molte fotografie di boschi! 
(ma non solo!)

I boschi sono uno splendore quest'anno e quindi non mi posso esimere dal fare una miriade di fotografie.










Heidelberg è davvero splendida nella luce del tramonto. Le pietre di arenaria rossa, di cui son fatti il castello e molte chiese del centro storico, riverberano le tonalità calde della luce, che risuonano anche nei boschi delle colline.


La Heidelberg barocca aveva una cinta muraria (in realtà solo parzialmente edificata, dato che il fiume contava come barriera naturale, e comunque le mura non furono mai terminate. Dopo l'attacco dei francesi, quelli che bombardarono il castello per intenderci, il principe cambiò la sua residenza da Heidelberg a Mannheim, il castello andò in rovina e fu usato come cava di pietre dai cittadini. Solo nell'800 viene ripreso in mano come residenza estiva uno degli edifici centrali del castello. Ma ormai di mura non c'era più bisogno.) La cinta muraria prevedeva delle aperture, che nel corso del '600 vennero edificate in forma di porte monumentali, vagamente ispirate ai vari archi di trionfo sparsi in giro per l'Europa con l'aggiunta di elementi di stampo più militare-difensivo. Una di queste porte, la Brückentor, permette l'accesso alla città dall'Alte Brücke (Ponte Vecchio) ed è caratteristica per le sue due torri a pianta circolare. L'altra porta rimasta fino ai giorni nostri è la cosiddetta Karlstor (una terza venne abbattuta nella seconda metà dell'800 e si trovava in Bismarkplatz). Situata sotto il castello, regolava l'accesso alla città da un punto strategico, in cui la conformazione del territorio costringe a passare proprio per quella porta. Da un lato scorre il Neckar, dall'altro si innalza subito la collina del castello. La massiccia Karlstor fungeva anche da prigione e, data la collocazione, doveva essere particolarmente terribile esservi rinchiusi: all'ombra del castello e accanto alla Neckar significava molto freddo e umido. Oggi attorno alla porta sorge uno dei principali snodi della viabilità cittadina. Poco più avanti invece ci sono la stazione della S-Bahn e un centro culturale (cinema, teatro e molti party).


Qui invece una nave che trasporta rottami ferrosi attende che la chiusa faccia il suo dovere, portandola a livello con le acque del fiume.

HDR al castello

Sto continuando a giocare con l'HDR e le belle giornate di questo fine ottobre si offrono docili all'obiettivo. Ecco qualche scatto del castello e dintorni poco dopo le 5 di pomeriggio di giovedì.








domenica 20 ottobre 2013

HDR e autunno

Post dedicato a Martina
Ieri era una giornata splendida per una passeggiata nei boschi, oggi invece la pioggia ci ricorda che siamo davvero in autunno. Ho scaricato un programmino per l'HDR. Si tratta di un sistema di manipolazione grafica che aumenta la definizione sia delle zone chiare che di quelle scure di una fotografia, il che risulta in un'immagine più dinamica e più vicina a come il nostro occhio percepisce la realtà. Ovviamente il programmino non è ancora di quelli fighi fighi, e la mia capacità di fare tre foto con soggetto uguale ma esposizione diversa è, in assenza di cavalletto, discutibile. Però il risultato non  sembra tanto male.




domenica 13 ottobre 2013

Freiburg im Breisgau

Ieri sono stata a Freiburg im Breisgau, ridente cittadina universitaria della Foresta Nera (Schwarzwald),  situata a pochi kilometri dal confine con la Svizzera. 

Freiburg vanta un duomo davvero bellissimo. iniziato a costruire in epoca romanica e terminato in epoca gotica, mostra elementi caratteristici di entrambi gli stili. Particolarmente bello, secondo me, l'ingresso, sormontato dalla torre campanaria, che introduce in una sorta di "anticamera" al duomo vero e proprio. Per entrare in quest'ultimo si passa per un altro portale, le cui statue decorative sono colorate: strano, vero? Probabilmente un tempo questo spazio era chiuso, quindi concepito come un interno. Oggi invece il portale esterno si apre direttamente su quello interno.


Da bravo gotico, il duomo di Freiburg ha anche splendide vetrate e un esterno ricco di bestie e gargoyles.







 Una curiosità: per tutto il centro storico si trovano canali come questi lungo le strade. Immagino ci sia un particolare bisogno di far defluire le acque, oppure si tratta dei vecchi canali di scolo di epoca medievale, quando un sistema di tubature idrauliche come quello moderno era ancora inimmaginabile. Non sapendo per certo quale sia la risposta, accetto i vostri suggerimenti!

Infine, uno sguardo sulla città dall'alto di una collina. Nonostante il tempo incerto, sembra proprio una città accogliente!


Freiburg merita davvero una visita, secondo me. Ma la bellezza di trascorrervi una giornata autunnale è legata soprattutto all'incontro con un'amica che non vedevo da un po'. E allora, più che i luoghi, sono le persone a rendere speciale un giorno come ieri. I legami che tessiamo con loro sono più valevoli di quelli che ci radicano nell'uno o nell'altro luogo. Più valevoli, ma anche a tratti fragili, suscettibili di assottigliamento, se non ce ne si cura. A due anni dal cambiamento di sede che mi ha vista trasferirmi da Bergamo ad Heidelberg è facile che la mente vaghi su questi temi e faccia bilanci, o per meglio dire, che si interroghi sulla natura delle relazioni umane, sottoposte alle forze della geografia. Non ho risposte, ma rifletto. Rifletto ed osservo. È sempre un piacere enorme ritrovare una persona a cui vuoi bene, dopo che non ci si è visti per un anno, e constatare che la fiducia di allora è ancora la stessa. Si cambia, mutano le persone, mutano i luoghi che si condividono (o che, per l'appunto, non si condividono), ma il filo che ci legava è rimasto. Questa per me è una gioia.

domenica 29 settembre 2013

Heidelberger Herbst 2013

Come ogni anno, l'inizio dell'autunno viene scandito ad Heidelberg da una grande manifestazione: Heidelberger Herbst. Ne ho già parlato l'anno scorso qui, perciò mi limito a mostrare solo alcuni dettagli della versione di quest'anno. 
 Sembrano caldissimi!



 Chi non vorrebbe una tavola da skate così?

 Performance graffitare in Friedrich-Ebert-Platz.

 Porchetta!

In Universitätplatz c'è, come da tradizione, un mercatino medievale, tra draghi e pietre preziose, maiali arrostiti ed elisir di erbe e bacche, qualcuno ancora fila la lana.