mercoledì 30 dicembre 2009

Japan - Happy new year!


Questa sera sarò sul volo Milano-Tokyo: un'altra avventura, un'altra migrazione.
Intanto, buon anno a tutti! Che questo 2010 ci faccia ridere, scherzare, gustare la vita. Che ci sia pianto, ma anche risate. Che ci siano gli affetti che ognuno di noi, in tutte le sue migrazioni, si porta nel cuore.

giovedì 20 agosto 2009

Lübeck


Dopo Hamburg, è toccato a Luebeck! Anche qui, abbiamo trascorso due bellissime giornate, baciati dal sole di agosto. Come si può intuire da queste poche foto, Luebeck è una città di torri: sede vescovile dal XIII° secolo, pullula di chiese costruite nel cosiddetto Backsteingothik (letteralmente, il gotico dei mattoni). Il centro storico è circondato da canali e da spazi verdi che, in giornate come queste, diventavano confortevoli parchi, veri angoli di pace e offrivano belle vedute della città.














Ma la panoramica più particolare si ha da questa vetrina: Luebeck fatta con il marzapane! Si dice che questa prelibatezza sia stata inventata qui, a seguito di una carestia. Non avendo più scorte di farina, si pensò di fare del pane con le mandorle, e nacque il marzapane.
Più plausibile è un'altra versione, secondo la quale il dolce alle mandorle giunse qui da Venezia, per via dei frequenti scambi commerciali che la città anseatica intratteneva con tutt'Europa.

martedì 18 agosto 2009

Hamburg

Un assaggio di Hamburg, dove ho trascorso, affascinata, due dei miei ultimi giorni tedeschi.


La città vista dall'alto: si vedono alcune delle torri che ne caratterizzano il profilo, come quella della chiesa di S. Nicola (a sinistra) e San Michele (più lontana, a destra) e il municipio (in basso a destra). In lontananza, il fiume Elba e il porto, uno dei più importanti di tutt'Europa.

























Città d'acqua, tra i canali che rispecchiano gli edifici di mattoni rossi.
















Riflessi by night.


Hamburg al termine della giornata, dal Lombardsbruecke.

lunedì 27 luglio 2009

Riflessioni su Berlino

I fiumi di parole arrivano poi.
Arrivano quando apri le dighe del cuore, o quando tutto ciò che hai vissuto trabocca fuori.
Non è necessario aver vissuto tanto: basta che ci sia una sola cosa importante, davvero importante. Se poi di cose ce n'è più di una, il fiume si ingrossa.
Berlino mi ha ispirato tanti riflessi e tante riflessioni. Dal punto di vista estetico, come ho cercato di riassumere con le scorse foto, sono stata colpita da tutte quelle superfici che rispecchiano qualcos'altro. Berlino è una città di superficie, questo l'avevo già intuito la prima volta che ci ero stata. Se le nostre città italiane ti fanno entrare in un groviglio di viscere, a Berlino cammini a metà strada tra terra e cielo. E proprio il cielo è il primo capolavoro che le varie superfici rispecchiano. Il cielo tedesco tanto mutevole da destare interesse. Le nuvole qui corrono, cambiano, di certo non sostano, o se lo fanno è come una tappa di un lungo viaggio: breve quanto basta per ripartire. Vedere il cielo rispecchiato in così tanti palazzi ricoperti di vetro mi ha affascinato.

Ma ad essere rispecchiati sono anche altri palazzi: vecchi e nuovi. E' come vedere una città che dialoga con se stessa e con i propri vuoti. E a Berlino, di vuoti, ce n'è ancora un bel po'. Parlavo di spazio, quando sono arrivata a Lipsia, perchè mi stupivo di trovarne tanto tra le case e nelle piazze. A Berlino ancor di più. A volte son vuoti che parlano di storia. Ti suggeriscono che lì c'era qualcosa e ti portano per mano sulle vie dell'immaginazione per figurarti nella mente una raffigurazione di, che so, un palazzo. Ma accanto all'immaginazione, ti fan percorrere una via ben più profonda che, questa volta sì, si infila nelle viscere. Giù, o meglio, indietro, nel tempo, a rivedere scene di storia che qui si è svolta. La gran parte di ciò che abbiamo vissuto in Europa, e non solo, nell'ultimo secolo, ha avuto il suo ombelico in questa città. E lo senti. Non è più un riflesso, non è superficie: è erleben, è fare esperienza, è percepire in modo quasi corporeo ciò che la città ha incarnato. I vuoti sono come tatuaggi della città.

Anche le gru, che riedificano o ristrutturano, parlano di questa storia, e sono parte integrante dello skyline berlinese. I vari cantieri dicono però anche dell'altro, e cioè, testimoniano la vitalità della città, la voglia di ricostruire. Il pensiero che mi è sorto è di grande energia, come quella di chi, ferito, si rialza. Berlino è a tutti gli effetti una città che vuole ancora vivere. Esplode letteralmente di voglia di vivere, nella forma di una tenacia caparbia, quasi ostinata, che forse spiega il simbolo dell'orso. E' una forma di gioia di vivere diversa dall'espansività italiana.
Non solo le gru parlano di vita, anche l'enorme quantità di gente, la presenza di tanti centri (o l'assenza di centro, che è il risvolto della medaglia), il respiro internazionale. Ecco, mi sembra proprio che Berlino sia una città "di respiro".
In questo è molto più umana di quanto non pensassi fino a poco tempo fa.
.
Il discorso non è finito qui: il fiume è ancora grosso, di cose importanti da dire ce ne sarebbero. Giusto per fare un accenno, l'amicizia che ha accompagnato questo viaggio, senza la quale forse anche le percezioni che ho avuto sarebbero state diverse, magari più insipide. Perchè si sa, le relazioni sono come il sale, danno sapore.
Ma come recita il titolo del post, queste sono solo riflessioni.

domenica 19 luglio 2009

Riflessi di Berlino

Ho trascorso tre giorni meravigliosi a Berlino. Ecco qualche foto.

domenica 12 luglio 2009

Riassumendo

Eccomi di ritorno sul blog.
Dopo giorni e giorni, che mi han portato nei luoghi più diversi.

Un salto nella Bergamo bella, quella che ti accoglie con colline morbide e vicoli stretti.

Lipsia, diventata improvvisamente autunnale, dopo tante promesse di primavera.


Un fine settimana nelle fredde terre nordiche, sul mar Baltico, contemplando un mare per me insolito ed estremamente affascinante.


Le prove intense di Schneeberg con l'Orchestra dell'Università, arricchite da grill, falò e chiacchierate.


Lo studio per gli esami e la soddisfazione che ne è seguita.

I concerti, suonati ed ascoltati.


I tanti momenti insieme a persone che a poco a poco ora se ne ripartiranno, via, su altre strade, per altre migrazioni.
...



martedì 19 maggio 2009

Webcam




Qui c'è un link carino: una webcam riprende Leipzig e ogni minuto aggiorna l'immagine e le informazioni meteo.
Sulla sinistra si vede la chiesa di S. Tommaso, dove Bach fu organista. Al centro campeggia maestoso il Neues Rathaus, vale a dire l'edificio con i tetti rossi e la torre. Infine sulla destra, il grattacielo dell'MDR.
http://www.fbeit.htwk-leipzig.de/~ftz/index.php?content=Webcam

sabato 16 maggio 2009

Angoli di Leipzig

Alcune foto per chi verrà qui il prossimo anno:
Il Wildpark
La Karli in una giornata serena di metà maggio. Zona Suedplatz (mannaggia alle dieresi!)
Una casa tanto simpatica in Arthur-Hoffmann-str.

martedì 12 maggio 2009

Parcheggio

Anche a Leipzig ci sono problemi di parcheggio...

...con le biciclette!

venerdì 8 maggio 2009

Gewandhaus

Ieri ho ascoltato una vera orchestra.
Domani tocca a noi.

martedì 28 aprile 2009

Berlin


Potsdamer Platz - Sony Center

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...e Berlino est --->















Berliner Mauer 1961-1989

mercoledì 22 aprile 2009

"fogli ed erba"


Rischio di ripetermi, lo so, ma non posso fare a meno di parlare ancora di alberi, erba, foglie, parchi. E' una caratteristica dei luoghi che mi balza subito all'occhio: la presenza di verde nelle sue infinite combinazioni.

Beh, mi si potrebbe replicare, con una sonora beccata, che il verde è uguale dappertutto, che potevo parlarvi di alberi anche stando a Bergamo. Ma se penso a Lipsia, a ciò che sto vivendo, a come lo sto vivendo, devo usare un inchiostro verde.

Il colore è semplicemente vivo. E' una misura, una traccia della vita: è come sentire il polso, ascoltare in ogni angolo il suo battito.


Ora però si pone un problema: a forza di vedere immagini fiorite e, direi, idilliche, sembra quasi che io sia finita in un qualche "locus amoenus", un' oasi mitteleuropea, dove riluce sempre il sole e la gente può fare pisolini sotto a ciliegi in fiore... c'è sicuramente questo lato, ma l'esplosione della primavera ora si sta contenendo entro standard più propriamente tedeschi. Vale a dire, clima variabile ed escursioni termiche più accentuate (che gli autoctoni sembrano non considerare, visto che già di mattina sono per strada in maglietta e pantaloncini; cosa più terribile, in molti azzardano la combinazione sandalo+calzino).



Ciononostante, la città offre scorci meravigliosi. Questa foto è fresca fresca di stamattina: in pieno centro, proprio dietro all'Augustus-Platz, alle spalle del Gewandhaus, si apre un giardino piuttosto grande, fatto di qualche prato e alcune macchie boschive. Quando ho lezione nel Neue Seminar Gebaude (mi perdonino i tedeschi, non ho le dieresi sulla tastiera italiana) passo sempre da questo piccolo incrocio. La foto lascia intravedere il monumento a Schiller.
Lipsia, come forse ho già accennato, è una città decisamente piena di cultura, e di questo va molto fiera. Visitando Weimar, Erfurt e Dresden ho avuto modo di rendermi conto che di monumenti, come quello a Schiller che si vede in mezzo agli alberi, è piena la Germania; o meglio, quella parte di Germania che ho visitato io. In particolare, mi trovo in un'area che ha ospitato personaggi del rango di Bach, Schumann, Mendelssohn, Goethe, Schiller (per l'appunto), eccetera eccetera. Il Romanticismo tedesco nasce in queste terre, in questi boschi (la pratica del "wandern", cioè passeggiare nella natura e fare escursioni, è tipicamente tedesca).
Ciò che mi ha colpito è che questo contesto è davvero palpabile. Indubbiamente i monumenti aiutano; i parchi e la natura ancor di più.


martedì 14 aprile 2009

Pasqua


Ho trascorso una Pasqua davvero meravigliosa. Sarà per la presenza di persone care, cioè i miei con i quali ho trascorso qualche giorno; sarà il conosolidamento di alcune amicizie; sarà la sensazione di essere un pochino in vacanza, anche se non per molto; sarà il tempo favorevole, il sole che chiama fuori, ti bacia (o ti scotta, a seconda che la tua pelle sia chiara come quella delle danesi oppure no) e la natura che risponde, e ti abbraccia.
Vi presento qualche immagine dei parchi di Lipsia, così come li ho fotografati nel giorno di Pasqua. In apertura, il parco Rosenthal, a nord del centro cittadino, di fianco allo zoo (e difatti si vedono i colli lunghi delle giraffe che spuntan fuori). Circondato da un bosco, si apre un enorme spazio verde: le miriadi di tedeschi che si son riversati sul prato, a prendere il sole (o l'ombra, come quelli della foto), a giocare a calcetto o a freesbee, o anche a fare un barbecue, non guastavano la bellezza dell'ambiente. Non si percepiva la confusione e la folla della domenica pomeriggio in Maresana, bensì un sereno relax. Mi ronza in testa questo verbo tedesco: geniessen, gustare. Trovo che sia un bellissimo verbo, e che risponda bene al clima che si respirava domenica al parco Rosenthal.



Non abbiamo resistito alla tentazione di distenderci anche noi sotto quel ciliegio in fiore, un breve pisolino, qualche minuto coccolati da queste immagini e dall'aria gentile che ci avvolgeva. La foto è al contrario perchè l'ho scattata da sdraiata guardando indietro...e per questo non mi dispiace lasciarla al contrario.






Per finire, lo Johanna-Park, a sud-ovest rispetto al centro. La nota caratteristica di questo spazio verde è la presenza di due laghetti, e ovviamente anche di due ponticelli in legno. La fauna ci sguazza nei laghi, vale a dire, papere e anatre, ma anche uccelli più singolari, un airone per esempio, o altri esemplari di cui non saprei affatto dire il nome, ma che si distinguevano per un piumaggio davvero stupendo e bizzarro. Le due torri che si vedono sono, da sinistra, il grattacelo dell'mdr e il Neues Rathaus (il nuovo municipio).

martedì 7 aprile 2009

Primavera!

In questi giorni c'è stata una svolta decisiva nel clima: è arrivata prepotentemente la primavera! E' incredibile osservare i mille volti di una città, la mattina, la notte, la pioggia, e finalmente questo caldo sole. Ecco qualche foto:


In questa foto, la Nikolaistrasse, sulla sinistra ci sarebbe la Nikolaikirche. La colonna bianca con capitello verde è uguale a quelle nella chiesa, ma si trova fuori a ricordo della Friedliche Revolution, così mi han detto. Ma non è ora il momento di parlare di questo pur importante capitolo della storia della città.



Ed eccola, la Nikolaikirche. Qui Bach ricoprì la carica di Kappellmeister per alcuni anni.

In basso a destra si intravedono delle biciclette: qui a Lipsia sono davvero tante, è il mezzo più comodo per spostarsi in città, insieme allo Strassenbahn, cioè il tram. Per questo non c'è quasi mai traffico. Ok, di auto ne girano, ma per chi è abituato a vedere il centro di Bergamo o di Milano, questa è decisamente una città a misura di pedone e di ciclista.




Ho voluto inserire anche una foto meno, per così dire, turistica. Quello che mi piace di questa foto è che rende bene l'idea di come siano i quartieri di Lipsia: le case alte tutte vicine tra loro, eppure con un senso quasi di lontananza, che ancora non riesco bene a spiegare. E' solo una mia impressione, nulla di scientifico. Inoltre in questa foto si vede bene il cielo limpido che accompagna il calar del sole in questi giorni. Mi riempie di una bella sensazione, questo cielo, è come se mi permettesse di respirare a pieni polmoni!

giovedì 2 aprile 2009

Gironzolando per Leipzig



I primi giorni a Lipsia sono stati dedicati ad un sano gironzolare, per scoprire la città da turista, con il ritmo del riposo.

Ecco qualche foto del mio freddo e piovigginoso inizio: Altes Rathaus, vale a dire, il vecchio municipio. Sullo sfondo si può distinguere la sommità della Hochhaus, il grattacielo della mdr.






Qui a fianco invece la Alte Borse. Bisogna dire che Leipzig è sempre stata una città di commercianti. La sua ricchezza è legata alle fiere (Messe, in tedesco) che si tenevano nei cortili (Hofen) prima, poi in uno spazio appositamente dedicato. Oltre che di commercianti, è anche una città di produttori. Il settore industriale è stato molto florido per un lungo periodo (con la DDR poi molte cose sono cambiate, ovviamente), e difatti ci sono alcuni quartieri in cui le attuali case sono state ricavate dalle fabbriche di una volta. L'edificio della Borse, dove un tempo avevano sede le trattative della finanza, ora è una sala per concerti e conferenze. Sorge proprio dietro all'Altes Rathaus e davanti ad esso si erge una statua di Goethe, che qui visse per un po' di anni.



Questo che vedete qua sopra è il conservatorio, pardon, la Hochschule fuer Musik und Theater Felix Mendelssohn-Bartholdy.




Ed ecco la famosa Karl-Liebknecht-Strasse, per gli amici, Karli. E' una lunga strada che attraversa perpendicolarmente la città, collegando il centro a Connewitz, passando per la Suedvorstadt: vale a dire, è un'arteria nel cuore della città. I due quartieri che ho citato sono quelli in cui è più alta la concentrazione degli studenti: ai lati della Karli, e nelle sue vie laterali, ci sono moltissimi WG (gli appartamenti in cui convivono due o più studenti). Ma la Karli è anche piena di locali e Kneipen, e infatti è il punto di ritrovo per molti giovani il sabato sera. Io vivo in fondo alla Karli, nel quartiere di Connewitz.

In viaggio


9 marzo 2009: si parte!

Mi mangio le mani (scusate, le penne) per non aver fatto più foto, perchè ciò che ho visto in quel giorno aveva in sè una bellezza splendente. La giornata era limpida, dopo il vento di Phon che nei giorni precedenti aveva ripulito i cieli del nord Italia. Così limpida che sembrava non esserci. E allora protagonista era la luce. Luce su tutto. Colori su tutto. La mia città, un grumo di case e monumenti aggrappate ad un colle e strette tra antiche mura difensive, sembrava rilassarsi e adagiarsi su quella collina che è l'ultima delle Prealpi. La Bergamo bella si apriva agli spazi aperti della Pianura Padana, e per me si apriva anche al mondo. Viaggiando verso Brescia, andavamo incontro al sole, così, sopra le montagne innevate che facevano da sipario per la mia meta, si svolgeva lo spettacolo pittorico dell'alba.

Poi il treno. Amo i treni. Con il loro andare sicuro, diretto, mi danno sicurezza. E mi fanno assaporare tutte le emozioni che per me sono legate alla parola VIAGGIO. Stretti ai loro binari, i treni percorrono il mondo intero. E lo percorrono a terra, strisciando sul suolo e attraversandone i paesaggi: qualche volta anche infilandosi nelle viscere di qualche montagna. E' un viaggio reale come la vita, ma leggero e veloce come la vita. Amo i treni.

Questo treno l'ho amato in particolar modo. Perchè mi ha condotto per mano al di là delle Alpi. Prima mi ha fatto gustare il loro splendore di neve e sole, poi lentamente le abbiamo salutate e ci siamo affidati ai nuovi paesaggi tendenzialmente pianeggianti della Germania. Fino a Leipzig.

mercoledì 1 aprile 2009

Leipzig!


Come mai un papero, in inverno, migra verso la fredda Germania?
Ecco a voi Leipzig, altrimenti detta Lipsia. Ve la presento così, dai miei occhi e dal mio becco, con foto e parole magari un po' gracchianti, ma autenticamente pennute!
Sono graditi commenti, saluti, baciotti, e se proprio non potete farne a meno, anche le beccate saranno ben accette.
Dunque... 3... 2... 1... si parte!