mercoledì 27 gennaio 2010

Osaka


Il viaggio in Giappone è partito da qui: Osaka.

Devo dire, in tutta sincerità, che non amo affatto questa città. E' la seconda volta che ci trascorro del tempo, eppure mi sembra di non avere ancora nessuna familiarità con i suoi luoghi, i suoi ponti, i suoi grattacieli. Le strade tutte perpendicolari o parallele tra loro mi creavano disorientamento. La numerazione dei palazzi è cronologica, quindi il numero più alto indica l'edificio più recente: questo acuisce il senso di disordine e confusione che si respira in una scacchiera apparentemente ben ordinata (e vi garantisco che trovare un numero civico in questa logica è molto difficile).
La selva dei grattacieli è come una giungla, nata a caso, man mano riempiendo gli spazi e conquistandosi l'alto. Ma una giungla che ti tiene a distanza, non ti avvolge nè ti divora per inglobarti in sè. Camminando per le vie di Osaka, sia nei momenti deserti che in quelli affollati, la sensazione prevalente era quella di essere straniero in un luogo lontano. Lontano non perchè fossi in Giappone, lontano perchè non riuscivo ad entrarci in relazione.
La prima foto rappresenta quel che vedevo dalla mia camera d'hotel, ovvero il fiume e alcuni grattacieli. Qua invece la cosiddetta "Galleria" (la definizione è nostra, non certo dei giapponesi): in una zona della città diverse vie erano di questo tipo, ovvero zone pedonali coperte, piene di negozi e ristoranti di ogni tipo. In questa foto sembra tutto deserto per il semplice motivo che i primi due o tre giorni di gennaio sono festa nazionale per il Giappone, e dunque molti esercizi commerciali restano chiusi o chiudono presto (come da noi Natale e Santo Stefano).

Uno dei momenti più belli che ho trascorso ad Osaka è stata la visita allo Sky Building (a mio avviso, una delle uniche cose interessanti della città, oltre al castello, che però quest'anno non ho rivisitato). Lo Sky è costituito da due grattacieli vicini, uniti alla loro sommità da una sorta di terrazza con il buco in mezzo, e a rendere ancor più particolare (per alcuni, più brutto) il tutto, delle scale mobili in diagonale uniscono il corpo di un tratto verticale con il tratto orizzontale. Visto dall'alto, il "buco" è davvero suggestivo.


Da lassù - 173 metri di altezza - la Osaka by night, per un momento risollevata dal grigiore quotidiano e ricolorata dal formicolio di neon. Da lassù era quasi una bella città.


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