sabato 24 novembre 2012

Cassandra e i tempi di "parziale cecità"


È da quasi un anno che Christa Wolf, la scrittrice tedesca, è venuta a mancare.
Nel rileggere alcuni suoi libri trovo sempre di che meravigliarmi. Cassandra, per esempio: la rilettura di un mito, di più, la riscrittura di un mito. Scritto benissimo, in una lingua fatta propria. Il tema della capacità di vedere (Cassandra la veggente, la sacerdotessa di Apollo) che si mescola a molti altri fili (la condizione femminile nella storia europea, i regimi di potere, la falsificazione della storia, la relazione con il proprio orgoglio, tanto per citare alcuni di questi fili). Si intrecciano, come i vimini che compaiono qua e là nella narrazione. E sempre, Cassandra che tenta di disbrogliarne per lo meno uno - individuare un filo isolato dalla trama di menzogne cui è intrecciato, e dallo spazio vuoto creatosi, lasciar filtrare la luce di là fuori.

Ve ne lascio un frammento:


 "... bramai il sacerdozio. Non volevo il mondo così com'era, ma volevo servire devotamente gli dèi, che lo dominavano: era una contraddizione dentro il mio desiderio. Mi concessi tempo, prima di accorgermene, mi sono sempre concessa questi tempi di parziale cecità. Diventare tutt'a un tratto capace di vedere - questo mi avrebbe distrutta."

Da: Cassandra, di Christa Wolf.
Traduzione di Anita Raja

1 commento:

  1. Non immagini quanto mi faccia contenta sentirla ricordare! Per me è stata ed è una figura di artista e di donna straordinaria
    un saluto, marina

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